Salve a tutti, miei coronati fratelli Fannibals. Siamo qui per
presentarvi una nuova rubrica dedicata a noi italiani, visto che è un
po’ triste e riduttivo che questo blog gestito da artisti italici sia
praticamente tutto scritto in inglese. ;)
Questa è la terza puntata di una “rubrica” che, se avrà successo,
potrebbe ottenere un discreto numero di seguaci: si tratta di semplici
(ma non troppo) “discussioni” in cui approfondiremo uno o più aspetti
della serie tv Hannibal, toccando anche i libri, i film e la cultura
popolare.
Senza altri indugi, iniziamo subito!
Emanuela Pegurri,
copywriter, web editor e fannibal,&
Furiarossa,
artista, scrittrice nel gruppo dei Cactus di Fuoco e fondatrice di "Another Hannibal Artblog" presentano:
Discorsi Fannibaleschi#3
F. Misterioso, oscuro, chiaramente innovativo nel modo in cui viene utilizzato, il Wendigo è una figura assai particolare nella serie tv Hannibal, che ha stuzzicato e non poco la fantasia dei Fannibal. Perché appare sullo schermo? Non si tratta di un vero e proprio personaggio, eppure con la sua silente presenza è diventato un simbolo della serie. Il nome della creatura non viene mai neppure accennato on-screen, eppure tutti noi lo conosciamo e ne parliamo.
Cominciamo dicendo che inizialmente neppure gli scrittori dello show stesso si riferivano a lui come ad un wendigo, ma come ad un uomo-cervo, la rappresentazione antropomorfizzata del Ravenstag (il cervo-corvo che vediamo fin dalle primissime puntate della serie) che comincia a comparire nelle allucinazioni/visioni metaforiche di Will quando il nostro protagonista inizia a capire la vera natura di Hannibal. Il suo volto è quello di Mads Mikkelsen, lo stesso di Hannibal Lecter, perchè sia il Wendigo che Hannibal hanno in comune una caratteristica grottesca e inusuale: sono cannibali.
E.Anche su di me il Wendigo ha scatenato un’enorme interesse, d’altronde
la sua rappresentazione nella serie tv è memorabile e un episodio via
l’altro assume sempre più le fattezze dello stesso Hannibal ogni volta
che l’inconscio di Will si mette a lavorare in modo profondo e oscuro.
Inizio proprio da Will, dal momento in cui uccide il serial killer
Garrett Jacob Hobbs la cui passione è di andare a caccia di cervi e
ragazze, conservando di entrambi dei “ricordi”, rispettivamente i palchi
e qualche souvenir come organi e capelli. Anche Garrett Jacob Hobbs è
un cannibale e Will, dopo avergli tolto la vita, resta turbato da quella
figura di psicopatico che lo trasforma e dà il via ad una serie di
allucinazioni.
Tra queste la prima è proprio legata al cervo, animale
che diventa il compagno degli incubi di Will ma con qualcosa in più sul
suo corpo, le piume di un corvo. Il Ravenstag diviene il simbolo legato
all’omicidio di Cassie Boyle – primo, vero regalo di Hannibal a Will -
la ragazza infilzata sulla testa di un cervo il cui corpo è miseramente
esposto all’ingordigia dei corvi, notoriamente necrofagi. L’entrata in
scena del cervo-corvo per me è stata spettacolare, come se lo stesso
Will avesse interiorizzato la figura di Garrett Jacob Hobbs carpendone
il lato maligno, e avesse inoltre già intuito che l’animale rappresenta
lo spirito-guida dentro il buio della sua mente. Ma Will, come sappiamo,
entra in contatto con l’universo di Hannibal che provoca in lui un
ulteriore mutamento: da qui in poi al Ravenstag si affianca la
spaventosa figura del Wendigo, il mostro-cannibale delle leggende dei
nativi americani Algonchini. Pure qui ho esultato, perché l’inconscio di
Will ci regala delle meravigliose sorprese quando viaggia dentro luoghi
oscuri.
F. Già che lo hai citato, sarebbe bene se i nostri lettori conoscessero qualcosa riguardo al Wendigo mitologico... a vostro beneficio ricapitoliamo dunque alcune delle caratteristiche di questa strana e spaventosa creatura (da cui è anche stato tratto un film horror, eh! E per la cronaca, c'è anche un digimon ispirato al wendigo. Cercate "wendigomon", è da sempre stato uno dei miei digimon preferiti):
-Il Wendigo si nutre quasi esclusivamente di carne umana, anche se secondo alcune tribù può cibarsi anche di muschio, legno, corteccia o in generale di altre cose che non sono comprese dall'alimentazione delle persone per bene...
-Il suo aspetto è variabile, ma sempre emaciato e allampanato e molto stesso possiede corna di cervo o persino l'intera testa cervina... tranne i denti.
-I denti sono spaventosi e da carnivoro, troppo grandi per essere coperti dalle labbra, ed è questa una caratteristica che il Wendigo della nostra serie preferita non possiede affatto... chissà perché... forse per simboleggiare il suo forte legame con Hannibal, la sua dualità gentiluomo/cannibale che non lascia intravedere le zanne da predatore.
-Il modo più comune per trasformarsi in un wendigo é quello di mangiare carne umana per molto tempo. Si presume che la leggenda di questo mostro sia nata proprio per scoraggiare il cannibalismo. Il nostro Hannibal Lecter, se i racconti degli Algonchini fossero veri, sarebbe un wendigo fatto e finito!
- Il Wendigo è intelligentissimo, rapido, imbattibile, ma soprattutto
perennemente affamato. E indovinate un po' di cosa ha fame? Esatto. Lo avete capito.
E questo è, a grandi linee, un wendigo.
Mi chiedo se Will Graham conoscesse questa creatura, magari avendone letto in un libro, oppure se la sua comparsa sia una totalmente casuale "fusione" dell'aspetto del ravenstag, il cervo piumato, e di Hannibal Lecter...
E. Ho la sensazione che Will sapesse cos’è un Wendigo. Me lo immagino
bimbo, già curioso lettore di storie fantastiche e horror. Forse si
aspettava di farne parte, un giorno, e così è stato: la sua
immaginazione di uomo empatico e sensibile ha risvegliato in lui il
ricordo delle creature che animano la sua mente in modo delirante, dalle
persone uccise durante le sue indagini a quelle coinvolte nella sua
vita quotidiana (soprattutto Hannibal).
Il Wendigo le racchiude un po’
tutte: ha il volto del cannibale Hannibal, i palchi del cervo su cui era
posto il corpo di Cassie Boyle (oltre al tripudio di palchi-trofei
nella casa dove Garrett Jacob Hobbs uccideva e smembrava sia i cervi
catturati sia i corpi delle vittime da lui uccise), è nero come i corvi
che volano sopra Cassie Boyle, è alto e scarno e riprende la figura
umanoide del Wendigo delle leggende dei nativi americani Algonchini. Ma
soprattutto è l’essenza del Male. Ogni volta che appare sappiamo quanto
Will percepisca che in tempi brevi ci sarà un ennesimo efferato omicidio
(sia che si tratti di crimini perpetrati da Hannibal sia da altri), un
suo profondo turbamento, il suo avvicinarsi all’essenza della follia. Il
Wendigo è una figura che anticipa e introduce il Male rendendolo
iconico ed elevandolo a mito. Se pensiamo, infatti, ai vari omicidi
della serie li ricordiamo tutti come straordinari, mai usuali e potenti
da un punto di vista dell’immagine tanto da diventare rappresentativi.
Diversa è l’allucinazione del cervo, che è sì disturbante ma a tratti è
un vero conforto per Will (ricordiamo la scena di Will sonnambulo
seguito a breve distanza dal cervo che, avvicinatosi a lui con il muso,
gli carezza una mano). Ma il Wendigo, via via che la serie prosegue, è
anche una parte di Will stesso: l’immagine in cui appare con i palchi
che trasformano lentamente il suo corpo, ci fa capire che il mostro
Wendigo è una sorta di trait d'union tra Will e Hannibal.
F. Awww! Sono ancora incantata dall'immagine di un piccolo Will (immaginalo, un bambino pallido e intelligente, dai grandi occhi azzurri e vividi, probabilmente magro, delicato e con una gran massa di ricci neri) che legge storie fantastiche e dell'orrore, aspetta che mi riprendo... e già che ci sono rileggo quello che hai scritto, perché sono rimasta lì.
Oh, si! Il Wendigo è chiaramente uno strano, ma disturbantemente ben riuscito, mix di caratteri "rubati" a diversi killer il che, come hai ben detto, lo identifica fortemente come incarnazione del maligno. E come evoluzione di Will Graham. Ed è un importante "segnale" per lo spettatore, per aiutarlo ad immedesimarsi ancora di più nel principale punto di vista: dopotutto solo Will Graham può vedere il wendigo, o meglio, solo lui e lo spettatore. È come se nessun altro, eccetto noi e il protagonista, potesse davvero vedere il male in tutta la sua ampiezza ed emanazione, come se nessuno riuscisse a
riconoscerlo davvero...
E. L’immagine di Will bambino in effetti è potente come il suo destino, ci
si potrebbe costruire una storia. La sua attrazione per il fantastico è
l’universo-base capace di animare l’immaginazione di un bimbo sensibile
che diviene un adulto empatico, profiler FBI con una profondità tale da
permettergli delle visioni del Male. In tutto questo trovo sia favoloso
l’accostamento Wendigo/Hannibal. Il mostro degli Algonchini è un
cannibale, una creatura solitaria che si aggira affamata nelle fredde
foreste del Nord America, ma prima di trasformarsi in mostro era un
essere umano. Così Hannibal, ricco e nobile ragazzino lituano, orfano,
cui viene uccisa la sorellina Mischa, divorata dai suoi assassini che,
ricordiamo, obbligano Hannibal ad unirsi all’orribile pasto. Hannibal
prima di divenire mostro era un bambino gentile e attento ad accudire in
modo amorevole Mischa. Non si nasce mostri, semplicemente ci si
trasforma per sopravvivere ed avere la meglio sul torto subìto. E ora
pensiamo a Will, la cui natura è così descritta proprio da lui: ”Il mio
cavallo è attaccato a un palo che è più vicino ad Asperger e agli
autistici che ai narcisisti e ai sociopatici.” Will cresce in povertà,
senza la madre e con un padre assente e problematico. Sviluppa un
carattere molto sensibile, empatico, che lo porta a seguire il crimine, a
riconoscere i peggiori assassini e ad immedesimarsi in essi:
riconoscerà Hannibal proprio grazie alle visioni del Wendigo e l’aver
compreso che Hannibal è il cannibale, lo Squartatore di Chesapeake, il
Mostro nasce prima dalla sua fervida, ma veritiera ed affidabile,
immaginazione, la stessa che ha plasmato la sua infanzia. Will, la cui
virtù immaginatrice ha creato il Wendigo - la creatura orribile che lo
segue, lo scruta, lo osserva nascosto nel buio - è frutto di una
eccezionale sensibilità capace di attraversare mondi che ai più sono
sconosciuti.
F. Vorrei fare un appunto interessente riguardo a quello che hai detto sul passato di Hannibal e sul non nascere mostri... quando Thomas Harris ha scritto "Hannibal Rising" è stato spesso e volentieri attaccato dalla critica (e da un discreto numero di lettori) per aver dato una "giustificazione" all'essersi trasformato nel mostro cannibale di Hannibal, rovinando a loro dire una parte della mitologia dell'universo di Hannibal, che vede il nostro killer cannibale come un innato mostro... nella serie televisiva, Bryan Fuller mette una pezza, se così si può dire, al passato di Hannibal facendogli dire "niente mi è accaduto, io sono accaduto". Non sto dicendo che Hannibal sia nato malvagio, sia sempre stato intimamente un mostro (anzi, sono una grande sostenitrice della teoria per cui sia stato trasformato dagli eventi traumatici della sua infanzia), ma è corretto, alla luce delle parole di Hannibal, dire che non sia nato come mostro? Ovviamente è possibile che Hannibal stesso non sappia analizzare in maniera distaccata quanto gli è accaduto e che sia più comodo per lui vedersi come qualcuno che è sempre stato così, un'anima eletta destinata ad uccidere, ma come è diventato davvero "il wendigo"? È stato costretto dagli eventi o gli eventi hanno semplicemente favorito qualcosa che era già in lui e che, prima o poi, sarebbe comunque emerso?
E. Ti rispondo con una citazione ripresa da "Nottuario" di Thomas Ligotti:
"Possiamo sfuggire all'orrore soltanto nel cuore dell'orrore."
Credo che Hannibal non sia nato con una predisposizione alla brutalità e
alla violenza, si è adattato all'orrore di cui era stato vittima con la
sorellina Mischa plasmando la sua personalità in modo tale da vivere in
una razionale follia. Ogni suo gesto è misurato, verificato,
controllato. Chi manipola e uccide è una persona dal sangue freddo,
imperturbabile, non può permettersi errori o scivolamenti nel dubbio.
Hannibal ha compreso che per sopravvivere alla sua terribile e
devastante esperienza doveva ripeterla e affrontarla nel suo quotidiano
rendendola parte di sé. Di fatto, è stato tramutato da un mostro -
l'assassino di Mischa - in un altro mostro, il Wendigo che popola i
sogni di Will. Forse non ha avuto scelta, anche spinto dal desiderio di
vendicare la morte della sorellina e il desiderio di riscatto tipico del
suo carattere orgoglioso. C'è un altro aspetto per me interessante che
vedo legato ad una sorta di connubio tra la solida cultura europea e
quella ancestrale del Nord America: Hannibal, dandy di origine europea
raffinato, colto e di rara perversione intellettuale, di fatto l'icona
tra i serial killer, si trasforma nel Wendigo, l'archetipo malvagio
della mitologia dei Nativi Americani. La sua parte colta e crudele si
trasforma così in spaventosa leggenda, in mitologia degna di
approfonditi studi antropologici e nell'incubo di un profiler FBI
dall'anima empatica e fin troppo sensibile.
F. E sarà forse questo il motivo per cui il Wendigo è una figura così sottilmente, penetrantemente interessante? La dualità della ferocia e dell'intelligenza in una stessa creatura ci affascina e sia il Wendigo che Hannibal, protagonisti di questa serie, sono entrambi portatori di questo potente dualismo. Se vogliamo è un po' un sogno di potere di tutti noi: essere forti e sanguinari, spietati e invincibili, senza perdere la nostra razionalità. Superiori a tutti gli altri in qualunque campo.
Le fantasie di potere sono meravigliose perché ci permettono di immedesimarci in creature che non potremmo mai essere (o, razionalmente, non vorremmo mai essere) senza che ciò intacchi in alcun modo la nostra esistenza reale.
Un viaggio della nostra mente senza che nessuno ne debba soffrire, tranne i personaggi fittizi di un mondo complesso.
E voi? Che cosa ne pensate? Diteci la vostra sul Wendigo!